POESIE
di Davide Riccio



QUASI POESIE ZEN


Quanti ragni
appesi a un filo
sembrano volare!



Trasmettono sempre:
ho nostalgia di monoscopi
e di effetto neve.



Scale archeggi staccati tremolo e cavata…
Perché alla mia età imparo il violino?
Proprio perché non servirà a niente!



Fuochi d'artificio
e puzza d'insettifugo:
tutto ha un nesso.


Crepitio di foglie al vento;
chiudo gli occhi ed è fuoco, è pioggia,
è carta, è applauso… Cos'è?


Al risveglio,
com'è irreale il mondo
dopo aver sognato!

A cosa serve l'erba esplosa da un marciapiede?
Intrecci di nuvole
che guardiamo e dimentichiamo.

Scaglio il giornale sul soffitto:
il moscone è morto stecchito
mentre in cortile miaula l'estro venereo.

Arachidi tostate giganti:
potessi anch'io preferibilmente consumarmi
entro la data sopra indicata!



L'AUTOMA

Non c'è niente che io possa dire
Senza fare quel che dico
Sempre che l'automa non dimentichi
Di dire quel che va facendo
Non avendo più parole da sprecare
Sul da fare sul rifare
C'è ben poco da spiegare
Non si sa comunicare
Se non quel che si può agire
Che dobbiamo fare alienare replicare
Senza domandare rimandare
Quel che è meglio non capire
Com'è stato consigliato
L'ignoranza tiene insieme il mondo
Questo mondo come diga col suo invaso
Elevata per riparo dalle onde
Troppo alte di energie naturali
Costruita per produrre più lavoro
Se trabocco se la rompo mi estrometto
Se vi resto mi conduce in turbomacchine
Motrici che mi girano mi tagliano
Utilizzano mi buttano nel crimine
Alternativo al nostro vivere automatico
Com'è stato educato
Non siamo gocce nell'oceano
Come si suol dire
Non è questo il modo giusto
Di pensare quel che siamo
Ma l'oceano nella goccia
Esci dall'automa
La psicoterapia non mi interessa
Voglio il mondo che mi tocchi
I sentimenti di impotenza sono più importanti
Di qualunque credermi potente
E' questa società a farmi violenza
Il mio sé fa schifo perché
Interiorizza una comunità mortale
Dove le energie centrali e universali
Son deviate verso quella diga
D'ignoranza intolleranza ed ignominia
Sfruttamento pascersi di vento
Com'è stato poi premiato
Com'è stato poi premiato



LO STALLO


Ventilatore che oscilla fioco,
ad ogni distacco della corrente
del fluido l'incidenza si fa critica
sui piani, così cade la portanza
e cado io in vite senza madrevite,
senza importanza per oggi immangiato.
Ti sapevo di terra e di castagna,
di patata che sbucci e mela verde;
però anche tagliato a metà lo sono
nel senso di quei marmi che decorano
gli androni, uguali eppure speculari.
Siamo dove non troviamo nel libro
stampato il filo e i tratti raccordanti
di un corsivo, ma perfino ciascuna
lettera è sola
e non si incruna,
oppure breve che non cuce, ai cuori.



RABDOMANZIA PER GIOCO

Provo a sentire la rete di Hartmann
L'ansimo del tellure che vortica
Io, saldo menhir, mentre impugno
Le antenne a cercare energia che chiuda
O diverga i fili di ferro ai moti
Inavvertiti dello sperimentatore
Sensibile che sarei se sapessi
Allo stesso modo - e non per un gioco -
Aspettare a (non) muovere la penna
Verso la fonte di ogni parola,
Un illuminato silenzio interiore.


DAVIDE RICCIO di origini napoletane e normanno-scozzesi, è nato l'8 maggio 1966 a Torino, dove vive svolgendovi da quindici anni l'attività di educatore professionale. E' inoltre operatore turistico, giornalista pubblicista per il quotidiano "Torino Sera", (cultura in genere) già per "La Val Susa", e articolista per la rivista nazionale di turismo, arte, scienze e misteri "Oblò". Collabora fin dal primo numero alla rivista nazionale di letteratura "Vernice" della Genesi Editrice. Ricercatore e inquirente già del C.U.N. (Centro Ufologico Nazionale). Pubblica poesie e racconti (per lo più di fantascienza e del grottesco) dal 1983 (Centinaia di edizione sparse, antologie, riviste ecc. ovvero tutto ciò che non comporta l'autofinanziamento delle pubblicazioni). Musicista polistrumentista e cantante autore con diversi dischi a nome proprio, compilazioni e in gruppi. E' uno dei fondatori del "Gruppo Factory", gruppo aperto di performance di poesia multimediale. Autore di una biografia storica sull'omonimo Davide Riccio (1533-1566, musicista torinese, segretario personale e amante di Maria Stuarda brutalmente assassinato in un complotto di Stato in Scozia).

su internet lo trovate qui:

http:loffredo.it
www.sfairos.it
www.giramondo.com
www.club.it
www.clubpoeti.it
www.genesi.org
www.oblo.net
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