POESIE
di Simone Ciccolone


VEDETTE LUNGO LA COSTA

I
Metri di rete
innalzati di fronte a me
con una sola scusa:
Isolazione
Esprimere
nulla più è possibile
Vedette complici lungo la costa
dove siamo?
Domattina
in piazza
Domattina
saremo tanti

II
La mattina
in troppi
in troppi siamo
per non far paura
in troppi
per non attirare violenza
La violenza del terrore
La violenza
della belva predata
che butta via
la sua maschera
di liberalismo
e si lancia sulla nostra gola
Stretti
sempre più stretti
mentre lanci di nebbia oscurantista
e di repressione
c'immergono nel buio
del sangue
un colpo di pistola
due proiettili
infiniti colpi
Dove siete?
Siamo dove gli unici buoni
sono stati sgozzati
per il piacere dei vampiri

III
Stretti
sempre più stretti
corriamo verso la costa
braccati, ormai
come bestie
feriti dalla vostra violenza
Vedette lungo la costa
Vedette lungo la costa
elicotteri della violenza
ma ora basta
ora basta
un morto non vi basta
vedette lungo la costa...



DISSIDENTE

Sono rimasto indifferente
di fronte alle pieghe del destino
contro le bizze di questa gente
che dell'infamia si fa vicino
Contro coloro per cui valgo niente
senza chieder mai più perdono
Guardo con occhi da mendicante
mentre le voci si fanno tuono
E tu non sai
cosa ti aspetta
Dammi una sigaretta
Fammi anche del male
ma io non smetto di lottare
E tu non sai
cosa mi aspetta
se vuoi fermarmi fallo in fretta
Perché la lotta è appena iniziata
contro i servi dello Stato
Io cammino ancora avanti
inseguendo sogni concreti
Tutto è ancora più distante
mentre corrono i miei piedi
So che pochi mi hanno visto
Per quello che davvero sono
Ma ora hanno tutti un posto
nella mia lista dei coglioni
Mi hanno preso anche per pazzo
E io da pazzo stavo al gioco
Non hanno mai capito un cazzo
di chi mangia acido e sputa fuoco
E tu non sai
cosa ti aspetta
La lotta ha troppa fretta
Non puoi più tirarti indietro
sei già segnata nella Rete
E tu non sai
cosa ci aspetta
Il futuro è di chi lotta
Perché la lotta è appena iniziata
contro i servi dello Stato.

(13 Dicembre 2001)



Simone Ciccolone mi chiamo Simone Ciccolone e pretendo di definirmi scrittore benché in 27 anni di vita non abbia ancora mai fatto il frenatore di treni o scritto su carta da telex. In compenso ho scritto poesie sul treno notturno per Monaco mentre l'alba mi sorprendeva sulle Alpi e gridato i miei versi con rabbia davanti ai poeti raccolti al Bistrot de Venise.