DEBORD A CONCOREZZO
/ SURREALISMI PADANI

di Nicola Battista

Debord a Concorezzo / Surrealismi Padani
© 2001 Nicola Battista
djbatman@olografix.org


Avvertenza: Fatti e persone sono purtroppo reali e non frutto della fantasia. Non è colpa dell'autore se al mondo ci sono dementi di questo livello. Prendetevela con loro.


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Non esiste un'arte situazionista, ma è possibile un uso situazionista dell'arte


Mario Perniola, I Situazionisti 1

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Lo spettacolo è l'altra faccia del denaro


Guy Debord

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Gli spaccheremo il culo,
gli spaccheremo il culo,
stavolta ce la facciamo,
gli spaccheremo il culo.


Luther Blissett, Mind Invaders 2

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"Buona Padania!"

"Buona Padania a te, Dario!"


Cazzo succede? Non avevo lasciato la manopola su Isoradio? Che è 'sta roba?

"Che suggerimenti dai alla radio?"


"Io vorrei che voi faceste un programma per tutti quelli che comprano La Padania"


"La Padania? Il giornale? Spiegati meglio!"


"Sì, un programma dove per partecipare la regia ti dice: cosa c'è a pagina cinque della Padania di oggi?"


"Ehm… e… questo a cosa servirebbe?"


"A far aumentare le vendite della Padania."

Non ci posso credere. Mentre lascio Sesto per dirigermi di nuovo verso Monza dopo aver accompagnato Elena in ufficio, mi rendo conto che l'autoradio è sintonizzata sull'emittente più incredibile del mondo: Radio Padania Libera.

A quanto pare, da queste parti le loro frequenze sono vicinissime ai fatidici 103.3 megahertz della stazione che di solito mi serve a sapere in anticipo in quale coda di transfughi milanesi sto andando ad infognarmi, se resterò intrappolato sull'A1 o sull'A14, e se ciò avverrà per un incidente nella mia corsia di marcia, per le code create dai curiosi che osservano un incidente nella corsia opposta, per i milanesi finti (praticamente tutti) che tornano a Bari, Lecce o Corigliano Calabro appena possibile o che vanno a Rimini con le partenze intelligenti (tutti il venerdì pomeriggio o il sabato mattina) per ritornare tutti insieme la domenica sera, o se semplicemente si tratti - come scrissero tempo fa al televideo - di "code a causa di code".

"Padania libera subito! Ciao!"


Per citare i Monty Python, always look at the bright side of life!

C'è sempre un lato positivo in tutte le cose: questo programma è infinitamente più divertente di una serie di notizie su disastri stradali e associazioni degli autostrasportatori inframmezzate da brutti esempi del repertorio canzonettistico delle filiali italiche delle major discografiche.

Gigi D'Alessio quando va bene, per intenderci.

"Vorrei sapere perché ogni giorno sento tre o quattro volte la canzone Torpedo Blu"


Un tizio prima sembra lamentarsi della poca fantasia dei programmisti; poi invece dice che la canzone gli piace ma che gli sembra strano che vada in onda così spesso. Un altro si lamenta del fatto che a Torino abbiamo anche tanta musica nuova, attuale! e invece i dj padani cattivi continuano a passargli solo La Bella Gigogin.

C’è un signore incredibile che vorrebbe dedicare un intero ciclo di trasmissioni a un poeta dialettale bresciano che ha composto un bellissimo scritto su La Nascita di Gesù; lo speaker gli dice

"Quindi lei ci sta suggerendo un programma sulla poesia dialettale nei vari dialetti della Padania!"


Ma il pedante ascoltatore bresciano insiste che no, lui vuole un programma solo su questo poeta, beh, oddio no, in effetti forse…

Ohhh… una donna, finalmente. Loro di solito dicono cose sensate. Le donne normali, perlomeno.

Magari farà una proposta interessante.

"Io volevo dire una cosa al giovanotto di prima… lui ha ragione ma… IO NON POSSO MICA COMPRARE LA PADANIA TUTTI I GIORNI!"
(inizio a capire perché le tipe del ristorante giapponese situato in un punto imprecisato della Brianza hanno fatto 15 minuti di inchini quando abbiamo pensato di dar loro un ticket restaurant di mancia).

"E poi un'altra cosa… io volevo chiedere di mettere MENO CANZONI VOLGARI CONTRO ROMA… no, sa… è che adesso… eh… A ROMA CI SIAMO NOI!"


(presentatore italianissimo che non ha mai parlato un qualsiasi dialetto in vita sua): "Sì ma noi siamo sempre quelli di prima, T'E' CAPI'?!?"

"…E alcune persone che conosco cominciano a pensare che è di cattivo gusto"

Lo dicevo io che avrebbe detto qualcosa di (vagamente) sensato! J

Passa una mezz'ora e sono quasi a casa. Nel frattempo arriva una richiesta per un bel programma di tanghi, le nostre belle musiche di una volta (?) e roba del genere e apprendiamo che loro fanno anche altre cose, non solo politica.

Per esempio musica! Per l'esattezza un bel programma di musica celtica.

Il meglio però rimane lo spot.

(annunciatore figo stile Italia 1 che annuncia la partitissima di coppa o gli ospiti del Festivalbar)

"Domenica tutti a PONTIDA! Per comprare i prodotti MADE IN PADANIA, della linea VA' PENSIERO! Sconti speciali DEVOLUTION!"


Mi rendo conto di essere un pericolo stradale: se non smetto di ridere andrò a sbattere molto presto. E poi qualche leghista potrebbe scendere dalla macchina e picchiarmi al primo semaforo. O magari mi picchia un meridionale che mi prende per leghista, se anche smetto di ridere ma continuo a sentire 'sta roba col finestrino aperto… che situazione imbarazzante.

"NO ALLA GLOBALIZZAZIONE! Compra prodotti MADE IN PADANIA!"


Fenomenale. Una nuova forma d'arte si sta manifestando davanti a me e nessun altro sembra accorgersene. Qualcuno dice che sia politica, altri che sia la protesta del nord-est, altri ancora che sia solo l'espressione della crassa ignoranza della classe sociale della fabbrichEtta (come si rappresenta graficamente una "e" aperta che più aperta non si può? Perché non esiste un carattere apposito?).

Io dico che è Arte.

E non è un caso il fatto che tale arte possa esprimersi in un momento in cui al governo ci sia l'Artista più grande di tutti, il Nano tuttofare (un impegno concreto: promettere qualsiasi impossibile cagata prima di fuggire con i soldi ad Hammamet quando le cose staranno per mettersi male, e se possibile nel frattempo trasformare il bel paese nella mia versione ideale di nazione e cioè "Cagate Brianza").

Pensate a che ha fatto ai manifestini pubblicitari manipolati dai suoi detrattori: se ne è appropriato e li ha sbattuti sul sito web del suo partito, organizzando il concorso per scegliere il più bello.

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Oggetti ed immagini strettamente connessi alla società borghese (opere d'arte, ma anche avvisi pubblicitari, manifesti di propaganda, fotografie pornografiche…) vengono sottratti alla loro destinazione e posti in un contesto qualitativamente diverso, in una prospettiva rivoluzionaria


Mario Perniola, I Situazionisti 3

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O magari potrei diventare il nuovo Xante Battaglia, l’artista che ha realizzato l’opera che egli stesso commenta come "Mito sul Mito", ossia una cagata di volto vagamente picassiano tracciato malamente su una fotocopia del Contratto con gli Italiani di Silvio Berlusconi, al prezzo politico di sole lire 360mila e in tiratura limitata (mentalmente) di sole 10.000 esemplari (e dire che quasi quasi pensavo non appena mi arriveranno i prossimi soldi di comprarne una copia, poi ci cago sopra e chiamo i critici d’arte e gli dico che ho aggiunto altro Mito al Mito sul Mito).

In fondo, invidio il Nano e il tizio di Radio Padania Libera. Faccio l'artista squattrinato da anni e non ho mai neppure sfiorato simili vette.

Forse è la volta buona. Butto il cervello nel cesso e scompaio assieme a loro all'orizzonte, verso un futuro luminoso.

Magari alla peggio un posticino in radio lo daranno anche a me.

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Noi siamo i partigiani dell'oblio. Dimenticheremo il presente, il passato che sono nostri.


Internazionale Situazionista

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Che fare? Mettere nuove tasse? No, non è possibile. Inasprire le attuali? Nemmeno.

La pressione fiscale in Italia è notevole, è fortissima. Non si può appesantire ulteriormente.


Benito Mussolini (1930) 4

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C'era un senso in questa storia, un senso che però al momento sfugge alla mente del cronista.


Douglas Adams, Addio e grazie per tutto il pesce 5

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NOTE:

1. Castelvecchi, 1998.
2. Castelvecchi, 1995.
3. vedi nota 1.
4. Me ne frego, Citazioni del Duce, a cura di Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa, 1999.
5. Mondadori, 1995.








Nicola Battista è nato a Pescara nel 1971 e vive dove capita. Si considera un disc-jockey con l'hobby della giurisprudenza. Si interessa di informatica, tecnologia, scrittura, pseudo-arte, produzioni musicali, stronzate e troppe altre cose (e non si sa fino a quando resisterà a tenere questo ritmo). Considera il collezionismo di francobolli un'arte zen. Da grande (ammesso che cresca) vorrebbe darsi una calmata (ma solo fino a un certo punto, s'intende).